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Papà in sala parto

di Federica Federico

03 Novembre 2010

<<Partorire … roba da donne?>>

Certamente l’evento nascita appartiene alla donna: per ragioni naturali, è un momento fisicamente ed intimamente femminile.
La stessa assistenza al parto è stata storicamente gestita dalle donne: il mestiere di nutrice prima e quello di ostetrica poi sono stati ed in prevalenza restano “lavori rosa“.

Solo venti anni fa il parto era “sconosciuto” ai padri, gli uomini attendevano l’erede dietro una porta.
Fortunatamente oggi la paternità si realizza in maniera assai diversa, in una coppia armoniosa l’uomo è coinvolto nella gravidanza, partecipa ai cambiamenti della donna e ne segue le evoluzioni, conquista un ruolo più consapevole nella nascita del figlio.
La partecipazione dell’uomo nel percorso della gestazione è, in molti casi, cresciuta al punto tale da portare alcuni padri alla decisione di assistere al parto.

La presenza fisica del papà alla nascita è una scoperta ed una conquista delle coppie moderne.

Ma chi decide se il papà può assistere alla nascita?


Sebbene l’assistenza al parto sia importante ed addirittura consigliabile, la decisione circa una presenza in sala parto (sia essa quella del compagno o di chiunque altri) spetta sempre alla donna. Ci sono mamme che decidono di vivere da sole il momento della nascita, queste donne trovano nella presenza di altri un limite e non un conforto, una inibizione e non un aiuto.
In questo senso sarebbe sempre bene che i papà o le nonne rimettessero ogni loro decisione alla neomamma.
Nella coppia e nella famiglia confrontatevi apertamente e senza remore sull’argomento perché nulla aiuta quanto il dialogo: per vivere un parto sereno e consapevole è bene che la coppia esprima le reciproche aspettative e che in casa ciascuno dia spazio ai desideri personali! Non dimenticate però che la decisione finale spetta alla mamma: il parto è della donna perché ella ne è la protagonista, quindi le sue esigenze devono prevalere su quelle di chiunque altri.

Certi uomini non si sentono portati per l’assistenza al parto, non sono pronti a fronteggiare l’aspetto “doloroso” della nascita.
In effetti è innegabile che la donna sia dotata di una capacità naturale ed istintuale di gestione del dolore, dell’emozione e dell’imprevedibilità del parto. L’uomo, diversamente da noi, associa il sangue alle ferite, al male, alla sofferenza e non è detto che riesca a leggere nei momenti del parto legati a queste cose un dolore buono, un dolore positivo, finalizzato alla vita. Il papà che emotivamente non sappia entrare nelle dinamiche del parto, l’uomo che tema l’assistenza alla nascita sarà certamente un ottimo padre e potrà comunque essere d’aiuto alla donna, ma va rispettato nella sua scelta di restare fuori dalla sala parto e non va forzato, né mortificato.

È possibile conciliare l’esigenza di un padre che non voglia assistere al parto con quella di una mamma desiderosa di assistenza ed appoggio?

In effetti la coppia può cercare di addivenire ad una soluzione di compromesso se e quando la donna tragga dalla presenza del compagno forza e coraggio. È possibile che il papà assista la mamma durante il travaglio per allontanarsi solo durante la fase espulsiva, in questo modo la donna non rimarrebbe del tutto sola e l’uomo, sforzandosi di vincere qualche paura, potrebbe garantirle comunque un buon appoggio per parte del “percorso nascita”.
Il travaglio può essere lungo e faticoso, l’attesa, segnata dai dolori e dalle reazioni fisiche, spesso difficili da gestire, riesce ad essere stancante e la mamma ha grande bisogno di sostegno.

È consigliabile una attiva partecipazione dei padri anche ai corsi preparatori al parto, essi aiutano l’uomo a comprendere le dinamiche della nascita, le esigenze e le aspettative della donna, lo sensibilizzano e gli svelano la magia e l’intimità di quel momento.

Certamente favorire una nascita accanto al papà resta, secondo la mia modesta opinione, un meraviglioso modo per accogliere il proprio piccolo; tuttavia non determina in assoluto i rapporti padre – figlio, né quelli di coppia. L’intimità e la delicatezza di questa scelta esigono sempre e comunque un preciso accordo nella coppia ed è una decisione che non si presta ad improvvisazioni!



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