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Cytomegalovirus in Gravidanza, Bimbo con Paralisi Cerebrale

di Gioela Saga

14 Settembre 2016

La gravidanza era stata perfetta, senza nessuna anomalia, nessun malessere, solo un leggero raffreddore verso il terzo mese ma guarito senza farmaci in pochi giorni. Nessun sospetto poteva adombrare la visione ottimistica di una mamma che invece, qualche giorno dopo il parto, riceve una diagnosi inaspettata e drammatica: il bimbo era nato con una microcefalia da paralisi cerebrale.

 

La causa di tutto ciò viene individuata in un’infezione da cytomegalovirus in gravidanza.

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Cytomegalovirus in gravidanza

“Non capivo… il bimbo sembrava così piccolo, così normale, così indifeso, mentre si stringeva al petto così bene che nulla avrebbe fatto sospettare la sua malattia. In realtà, abbiamo pensato si fossero sbagliati…” racconta Sandra, la mamma del piccolo Gonzalo.

 

Niente avrebbe fatto presagire la grave condizione che lo avrebbe afflitto. La gravidanza era andata perfettamente, senza alcun problema. Sandra aveva lavorato in ospedale come consulente fino all’ultimo. Il bimbo in arrivo era il terzo, dopo Javi, che a quel tempo aveva solo tre anni e mezzo, e Pablete, poco più di due anni, che oggi sono una parte fondamentale nel progresso della fratello minore che semplicemente adorano.

 

Il parto era stato veloce e tutto andava come previsto fino a due giorni dopo la nascita, proprio nel momento in cui erano felici, già a casa, un pediatra li chiama per dire che avrebbero dovuto fare ulteriori test a Gonzalo che riscontrava una dimensione minore della media del cranio e alcune petecchie sul viso.

 

“In quel momento abbiamo pensato non ci fosse nulla di strano nell’aver una testolina un po’ più piccola…”

Anche mio marito mi rassicurava dicendo:

“Non avrà nulla!”

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La diagnosi di paralisi cerebrale da cytomegalovirus in gravidanza

Un altro pediatra decide di fare una risonanza che non lasciava dubbi: paralisi cerebrale.

 

In un primo momento fu detto loro che la causa era sconosciuta. Il medico di famiglia, che seguiva gli altri due figli della coppia, ha cercato di rivedere la storia della gravidanza durante la quale era stato segnalato un banale raffreddore nel primo trimestre ma nulla di più.

 

Lui pensò però che quella fosse la chiave e indagò ulteriormente effettuando altri test.

 

La mamma aveva contratto il cytomegalovirus in gravidanza e questo aveva danneggiato la migrazione neuronale nello sviluppo cerebrale di Gonzalo e causato la malattia.

 

“Noi non potevamo crederci – ricorda la mamma – non si sapeva se Gonzalo sarebbe stato in grado di vedere, di parlare, di riconoscerci… Nessun genitore è mai abbastanza preparato per la malattia del propri figlio e in un primo momento ci si chiede sempre perché è successo.”

Sandra piange per tre giorni consecutivi, il pediatra poi li contatta e li rincuora: Non vi preoccupate, vostro figlio potrà comunque migliorare e raggiungere molti obiettivi.

 

Queste parole sono state quello che Sandra voleva sentirsi dire, che aveva bisogno di sentirsi dire per trovare la forza di lottare per Gonzalo.

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Oggi, il bimbo non solo li riconosce, ma è un bambino assolutamente felice e che ride, soprattutto quando Javi e Pablo si avvicinano.

 

“Ha occhi solo per loro. Sono fratelli meravigliosi, e anche se sono molto piccoli e ribelli, adorano Gonzalo, e lo aiutano nei suoi esercizi quotidiani.

Onestamente vedere le risate di tutti e tre insieme per noi non ha prezzo”

Cytomegalovirus in gravidanza, qual è il pericolo del virus del Fratello Maggiore

Sandra vuole condividere ciò che ha scoperto sulla malattia del figlio e in particolare sul cytomegalovirus in gravidanza che l’ha determinata e sul quale c’è ancora una scarsa diffusione di informazioni.

 

” Voglio insistere su questo e raccontare la mia esperienza perché, per mancanza di conoscenza, forse non ho preso le precauzioni che dovrebbero, voglio evitarlo ad altri. “

Normalmente le donne hanno già contratto il CMV cytomegalovirus prima di rimanere incinta, spesso è una malattia asintomatica o assomiglia ad un banale raffreddore, il problema avviene quando non si è ancora preso il virus e lo si contrae in gravidanza oppure, per vari motivi, si è soggetti ad una reinfezione.

 

In Italia normalmente i ginecologi prescrivono uno screening neonatale per il cytomegalovirus in gravidanza, cioè si controlla che la mamma sia immune, il test invece non è obbligatorio in Spagna, patria di Sandra e Gonzalo.

 

Il cytomegalovirus è anche chiamato “virus del fratello maggiore” perchè è facile contrarlo curando i fratellini maggiori o se si ha contatto frequente con altri bambini.

 

E’ assolutamente necessario per questo lavarsi sempre le mani ad ogni cambio pannolino, quando si ha contatto con le mucose e i liquidi corporei come il muco del naso, oppure si toccano i giocattoli che i più piccoli mettono in bocca e, ancora, è indispensabile non bere dal loro bicchiere o scambiarsi le posate ed evitare di baciarli in bocca per evitare l’eventuale trasmissione del virus.

 

Adesso, a due anni, Gonzalo, riesce a fare molte cose grazie alle sue terapie quotidiane, ultimamente è anche riuscito ad alzare un braccio e i suoi progressi con la logopedista sono sempre più grandi.

 

“Non è stata facile e non è facile ma, col passare del tempo, ci si rende conto della grandissima fortuna che Gonzalito sia con noi. E’ il motore della nostra vita e la parte fondamentale della nostra famiglia .”

 

Cytomegalovirus, tutto quello che una mamma deve sapere

 

Fonte: Abc.es



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