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La didattica a distanza – nota tra le mamme con gli acronimi DAD, Dad oppure DaD – ha fatto irruzione nella vita delle famiglie italiane nel marzo 2020 in concomitanza con la Pandemia di Covid-19.
La Covid, per la sua diffusività, ha imposto il distanziamento sociale per limitare la curva epidemica. Pertanto l’ambiente affollato e promiscuo delle scuole è stato subito classificato come ad alto rischio. La DaD ha così sostituito le lezioni in presenza.
Si tratta di una forma di didattica online che ha luogo in aule virtuali, sincrone o asincrone, e con l’ausilio di strumenti online. Generalmente i collegamenti avvengono in diretta e seguono i medesimi orari delle lezioni scolastiche. Comunemente le ore di scuola si contraggono per evitare ai ragazzi disagi conseguenti alla lunga esposizione agli strumenti elettronici.
Google Classroom, Google Meet e Zoom hanno, infatti, garantito uno strumento emergenziale per la prosecuzione e la continuità didattica, ma ciò non toglie che la DAD abbia limiti intrinsechi, apra a problemi, dubbi e difficoltà.
Con la DaD lo spazio scolastico e quello domestico si sono sovrapposti coinvolgendo anche la privacy delle famiglie. Inoltre non pochi disagi si legano alla necessità di preformare il mondo della scuola ai sistemi informatici. Senza contare la necessità pressante di adattare la didattica all’online cambiando i canali comunicativi e sperimentando nuove soluzioni per soddisfare i bisogni degli studenti. Tutto questo va diversamente fatto nelle differenti fasce d’età.
In questa sezione del blog, VitadaMamma si occuperà dell’effetto sociale e pedagogico della didattica a distanza, nonché della sua portata impattante sulle famiglie e nella vita delle mamme, non trascurandone i risvolti psicologici nei bambini del nido, della scuola materna, della scuola primaria e dei cicli di scuola secondaria.