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La nonna di Nadia Toffa è morta

di Redazione VitaDaMamma

22 Agosto 2019

Si chiamava Maria Cocchi e aveva 97 anni, era la nonna di Nadia Toffa, martedì 20 agosto alle 10.30 nella chiesa parrocchiale di Cerveno si sono svolti, in forma strettamente privata, i suoi funerali.

La nonna di Nadia Toffa è morta

Dopo l’addio alla iena guerriera, l’annuncio della morte della Nonna di Nadia Toffa

La nonna di Nadia Toffa è morta, la stampa nazionale conferma la notizia.

 

“La redazione di Fanpage.it ha contattato gli uffici della chiesa parrocchiale dove si sono svolti i funerali”, così, stando al portale web, la notizia sarebbe stata confermata. Sulla pagina Facebook della comunità di Cervano, invece, figura solo il commovente addio a Nadia e non si fa menzione della scomparsa della nonna.

C’è chi scrive che non avrebbe retto alla morte della nipote, certamente qeullo provato dalla nonna di Nadia Toffa è un dolore con un peso specifico così enorme da essere difficile da gestire. Le nonne sono radici e scrigni d’amore ed è oltremodo inumano che sopravvivano ai nipoti.

 

Maria Cocchi, la nonna di Nadia Toffa riaccende l’attenzione sull’eredità di amore e coraggio della iena guerriera.

 

Maria era nota a tutti, non solo per essere la nonna di Nadia Toffa, ma anche per essere la donna più anziana del paese.

 

La testata giornalistica “Montagne e Paesi”, a ulteriore conferma della notizia, la ricorda così: “nata a Braone il 25 gennaio del 1922, si è trasferita a Cerveno per andare sposa a colui con il quale ha condiviso la vita. Donna generosa e apprezzata da tutti, ha dedicato gran parte della vita alla famiglia, in particolare al marito Enrico, alle tre figlie e ai cinque nipoti.

Nadia Toffa

Sensibilizzare, palare del tumore, stimolare la ricerca, questa l’eredità della Iena Guerriera, Nadia Toffa.

La nonna di Nadia Toffa ha seguito sua nipote tra le nuvole.

 

In modo diverso e con una diversa estensione l’amore, la lealtà e la stima appartengono a queste donne come un pregio di famiglia, del resto non si nasce guerrieri ma lo si diventa in base ad una radicata istruzione ai valori sani e all’onestà.

 

Nadia è stata sempre onesta con se stessa e con chi la seguiva, anche di fronte all’atroce malattia che l’ha colpita non ha mai nascosto il dolore. La sua più grande eredità è la luce sparata a riflettori accesi sul tumore perché se ne parli apertamente, perché si faccia sensibilizzazione e perché l’emergenza oncologica diventi un affare di tutti, in primis di chi è sano, sano e salvo.

 

Solo se la ricerca diventa una priorità e una lotta comune il Paese e il mondo possono ambire a nuovi successi e a salvare nuove vite.

 

Ecco perchè Nadia NON aveva paura della morte.



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